I fattori di ranking individuati da SearchMetrics per il 2013
SearchMetrics tra marzo e giugno 2013 ha condotto una nuova indagine per individuare i fattori di ranking validi per l’anno in corso e che di sicuro hanno risentito dell’effetto Penguin. I dati riportati da SearchMetrics si basano sull’analisi di 300.000 URL, a cui corrispondono circa 30.000 SERP di Google USA. Da tale analisi è stato ricavato il coefficiente di correlazione, ovvero un dato che indica quanto quello specifico fattore è legato al miglioramento, o meno, del posizionamento del sito.
I fattori così ricavati sono stati divisi in macroaree: fattori on page; contenuti; backlink, segnali social e brand.
Fattori di ranking on page
Da sempre i fattori on site sono il primo step verso l’ottimizzazione di un sito web e tale tendenza non è mutata nel tempo. I fattori on page sono infatti un prerequisito indispensabile per passare all’ottimizzazione più accurata e approfondita. È cambiata, però, l’importanza da attribuire a ognuno di essi. In particolare, rispetto al 2012 la posizione delle keyword nel title ha aumentato il suo livello di importanza, dall’altra parte ne hanno perso le keyword nel dominio e nella URL. Questo è un chiaro effetto Penguin, aggiornamento che ha penalizzato l’eccessiva ottimizzazione e da cui hanno ricevuto danni particolari i domini a corrispondenza esatta.
Per ciò che riguarda description e headings, la loro presenza è importante, non lo, invece, quella delle keyword. La formula WDF*P*IDF ha perso gran parte della sua forza. Tale formula prende in considerazione due fattori: il “within-document-frequency” (frequenza di un termine in un documento), e lo “inverse-document-frequency” (frequenza di un termine in tutti i documenti rilevanti per una data query). In base alla formula una keyword è importante non solo in relazione a un sito web, ma anche in relazione a tutti i siti web che la utilizzano.
In realtà la nuova analisi rileva un coefficiente di correlazione di 0.07 (quindi bassissimo), diventa perciò chiaro che è più importante utilizzare sinonimi e parole correlate per migliorare il ranking, piuttosto che affidarsi a una sola keyword specifica.
La velocità del sito è senz’altro un fattore considerato positivamente da Google, seppure da solo non sia di certo sufficiente per migliorare il ranking. Come per gli altri fattori on page, anche la velocità è un prerequisito minimo per l’ottimizzazione del sito.
Un’analisi specifica è stata dedicata alla presenza dell’authorship. Se ne parla molto, perché c’è chi lo considera un fattore di ranking e chi no. Secondo l’analisi di searchMetrics, in effetti, l’authorship non migliora il posizionamento, ha però un effetto benefico sul CTR, dato dall’autorevolezza e dalla riconoscibilità dell’autore del contenuto, già visibile durante la ricerca.
Contenuto come fattore di ranking
A differenza dei fattori on page il contenuto riceve una valutazione differente, che si basa sulla pertinenza e sulla qualità del contenuto stesso. Data la sempre maggiore importanza dei contenuti per il posizionamento dei siti web, sono anche aumentati i fattori di ranking ad esso legati. Posso essere suddivisi in tre categorie: qualità, linking e advertsing.
- Qualità: il fattore che ha avuto una crescita incredibile è il numero di parole, che quest’anno ha un coefficiente di correlazione pari a 0.11. A questo si aggiunge l’utilizzo di immagini o altri contenuti multimediali.
- Linking: il numero di link interni e in generale un buon collegamento delle pagine di un sito fra loro è un importante fattore di ranking. In generale si tende a utilizzare anchor text keyword-centrici per il linking interno e a mantenersi più soft per link esterni. In particolare sembra che utilizzare una keyword importante per il sito per creare linking autoreferenziale abbia effetti positivi sul posizionamento.
- Advertsing: sembra aver parzialmente perso la sua connotazione negativa, va sempre però usato in maniera moderata.
Backlink e ranking
I backlink sono da sempre uno dei fattori SEO off page più importanti e rilevanti per il posizionamento. Nel tempo gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google hanno sempre più frenato i metodi di manipolazione dei backlink. Ad oggi non conta solo il loro numero, ma forse più importante è la qualità del backlink che si riceve. A dimostrarlo ci sono i coefficienti di correlazione:
- Numero di backlink: 0.34 (diminuito rispetto allo scorso anno)
- % backlink nofollow: 0.25 (aumentato rispetto allo scorso anno)
- % backlink con stopwords: 0.18 (aumentato)
- % backlink con keyword: 0.06 (diminuito)
Risulta quindi chiaro che vengono favoriti i backlink naturali, che utilizzano quindi stopwords o che sono nofollow, piuttosto che costruzioni artificiose basate sull’utilizzo di keyword selezionate. Importante anche la varietà dei backlink, che provengono da diverse fonti ma che sono anche costruiti in vari modi (molte parole, nofollow…).
Della qualità del backlink fa parte anche della qualità del sito che lo contiene, un sito con alta visibilità produrrà backlink di alta qualità.
Social e SEO ranking
I segnali sociali (+1, tweet, like, commenti, condivisioni…) assumono una sempre maggiore importanza anche per il ranking dei siti web. Nel caso di Facebook, ad esempio, è aumentato il coefficiente di correlazione dei like, pur essendo diminuito quello delle condivisioni; tweet, +1 e pin hanno ugualmente una grossa rilevanza, specialmente nel caso di Google Plus, che l’anno scorso non era stato preso in considerazione come fattore di ranking e quest’anno arriva a un coefficiente di correlazione pari a 0.4, il più alto di tutti. In aggiunta i dati mostrano come, entro il 2016, per numero di interazioni e di utenti, Google Plus supererà Facebook.
Il fattore Brand
Con i brand Google ha un comportamento diverso rispetto ad altri siti web. I siti dei brand si posizionano nei primi posti della SERP anche senza attuare le più basilare tecniche SEO. Certo è che probabilmente i siti web dei brand hanno un maggior numero di backlink, anche di alta qualità; hanno certamente più segnali sociali, ma tutto questo non basta a giustificare il posizionamento, cosa che fa senz’altro dedurre che Google regala loro un’attenzione particolare e diversa rispetto ai siti non-branded.
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