Cosa fare se il tuo sito è stato bannato o penalizzato da Google

Cosa fare se il tuo sito è stato bannato o penalizzato da Google

Partiamo con il dire che c’è una bella differenza tra ban, penalizzazione e perdita di posizionamenti. Le prime due sono azioni del motore di ricerca contro un sito che non ha rispettato le linee guida oppure è stato attaccato da un malware, insomma, un sito web che ha qualcosa di grave che non va. Un sito, però, può perdere posizionamenti, è la dura legge della SEO. Esistono dei competitor che possono lavorare meglio di te, esistono SEO che lavorano meglio di altri, e in più ci si mette che la SERP cambia, che gli algoritmi si aggiornano e che ci sono x fattori che possono contribuire a una diversa posizione nei risultati di ricerca.

Quindi la prima cosa da fare è capire se il sito è stato bannato, penalizzato o ha “solo” perso posizioni:

  • Il mio sito è stato bannato? Quando si mette online un sito web, a meno che non si blocchi il file robots o non si indichi nelle pagine un noindex, nofollow, avviene l’indicizzazione. Attenzione! Non il posizionamento, che è altra cosa. Semplicemente il motore di ricerca sa che il sito c’è, perché lo ha inserito nel suo indice. Per verificare che ciò sia accaduto basta utilizzare l’operatore site (site:www.nomesito.tld) che consente di vedere tutte le pagine del sito che sono state indicizzate. Qualora un sito web venga bannato l’operatore site non restituirà più risultati, ovvero con il ban il sito viene escluso dall’indice del motore di ricerca. È chiaro che per avere questa consapevolezza è indispensabile sapere se prima il sito era presente.
  • Il mio sito è stato penalizzato? Partiamo dal presupposto che un sito web ottimizzato viene creato per essere presente nella SERP a seguito di alcune query, deve cioè posizionarsi per parole chiave selezionate. La SEO ha proprio questo scopo (oltre che altri, ma questo è il principale). Diciamo che il tuo sito ha ottimi posizionamenti, diciamo addirittura in prima pagina, poi improvvisamente scompare e va a finire in ventesima. Ecco, se il tuo sito è nell’indice, ma perde un gran numero di posizioni per diverse query di ricerca, è molto probabile che sia stato penalizzato.
  • Il mio sito ha perso posizioni? Se il tuo sito aveva ottime posizioni, ma poi è arrivato un tuo competitor e ti ha scavalcato e ora lo trovi in pagine che nessuno raggiungerà mai (e parliamo anche della seconda), non sei stato penalizzato, tanto meno bannato, semplicemente hai bisogno di uno staff SEO competente e serio che faccia risollevare le sorti della tua presenza online.

Penalizzazione manuale e algoritmica

Google, su Webmaster Tools (ora Search Console), ha introdotto un’utile sezione dove comunica eventuali azioni manuali. Con azioni manuali si intende che un dipendente di Google, deputato al compito di controllare che tutti rispettino le regole, si è accorto di irregolarità e ha deciso di penalizzare il sito. I motivi possono essere molti, quelli indicati dallo stesso Google:
  • Link non naturali che rimandano al tuo sito
  • Link non naturali del tuo sito
  • Sito compromesso
  • Contenuti scarni con poco o nessun valore aggiunto
  • Puro spam
  • Spam generato dagli utenti
  • Cloaking e/o comandi di reindirizzamento non ammessi
  • Testo nascosto e/o uso di parole chiave in eccesso
  • Host gratuiti contenenti spam
  • Markup strutturato contenente spam
In questo caso si parla quindi di penalizzazione manuale. Su Search Console, oltre alla segnalazione dell’azione, viene anche indicato il motivo. La cosa da fare in questi casi è correggere il problema e chiedere una riconsiderazione.
azioni manuali google webmaster tools
La penalizzazione algoritmica è più complicata. Primo perché non c’è segnalazione, per accorgersene bisogna monitorare le posizioni e notare una notevole differenza nei posizionamenti; secondo perché non se ne conoscono i motivi; terzo perché non c’è possibilità di chiedere una riconsiderazione. In poche parole se si è “vittima” di una penalizzazione algoritmica, ovvero che deriva da un’azione matematica del motore che nota delle problematiche nel sito, l’unica cosa che si può fare è ripulire il sito dalle tecniche che Google considera illecite (quelle indicate prima), controllare che il sito non sia stato attaccato da un codice malevolo e poi sperare che Google stesso si occupi di riconsiderare il sito.

Ban del sito dall’indice di Google

I motivi che possono portare Google a escludere un sito dal suo indice sono gli stessi della penalizzazione, ma più gravi. In poche parole Google considera talmente illecite le tecniche utilizzate per posizionare il sito da escludere dai risultati che propone agli utenti. È vero che il ban può avvenire anche a causa di fattori esterni, come negative SEO o codici malevoli, ma il più delle volte le ragioni sono adducibili a comportamenti scorretti da parte di chi gestisce il sito. Il ban è sicuramente una cosa gravissima, che richiede una grossa professionalità per la sua risoluzione, senza garanzia che ciò avvenga. Le soluzioni sono le stesse che si possono adottare per la penalizzazione algoritmica, ma le possibilità di riuscita sono inferiori. In poche parole, se si viene bannati da Google la reinclusione nell’indice è una cosa che può richiedere davvero tanto tempo e tante risorse. Motivo per cui è bene sempre utilizzare tecniche SEO pulite ed evitare tutte quelle operazioni che Google vieta esplicitamente. Meglio aspettare di più e investire in una buona ottimizzazione del sito, piuttosto che cercare risultati immediati (e comunque non assicurati) che potrebbero portare a conseguenze disastrose e forse irrimediabili.

Ho perso posizionamenti, cosa faccio?

Non sei stato penalizzato, non sei stato bannato ma hai comunque perso posizionamenti?

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