Cinque tool SEO leggendari e i degni sostituti per i nostri tempi
Per la SEO esistono numerosi tool, online o da scaricare, free o a pagamento. Ce ne sono alcuni, però, che hanno fatto la storia di questa professione, ma che nel tempo sono stati dismessi. Vediamo alcuni validi sostituti di questi tool SEO leggendari, utili per chiunque voglia programmare o attuare una strategia SEO di successo.
Yahoo! Site Explorer
Chi si occupa di SEO dirà: “Ma come? È dal 2011 che non c’è più!” Vero, verissimo, è stato infatti integrato in Bing Webmaster Tools. Basta accedere e spostarsi nella sezione Strumenti e diagnostica > Esplora collegamenti per visualizzare la provenienza dei link in entrata e il titolo (title) della pagina in cui il link è contenuto, questo per un qualsiasi sito, anche se non ne è verificato il possesso. Sempre in Bing Webmaster Tools è possibile trovare Report e dati > Collegamenti in entrata, qui vengono mostrati backlink e relativo anchor text, ma solo per i siti verificati.
Blekko
Blekko è nato come motore di ricerca, ma offriva ulteriori features molto utili lato SEO: una sorta di Webmaster Tools che forniva dati come inbound links, crawl stats, site pages, compare, duplicate content, ma anche un’analisi dei link in entrata e altre informazioni utili. Bastava cercare il proprio dominio, seguito da /SEO, /links, /rank, /domain, /urlseo, /sitepages, /compare e /domainduptext. Era talmente fatto bene e talmente usato dai SEO, che ora è diventato un tool a pagamento.
Al posto di Blekko oggi si dovrebbero usare una serie di tool, uno solo non basta, molti dei quali a pagamento. Esistono anche dei tool free, che hanno delle funzioni paragonabili. Tra questi i SEO tools di W3C che serve a validare i css e i markup gratuitamente. Un tool valido per il controllo dei backlink è WebMeUp, che consente di analizzarne 1000 e di scaricare il report in formato CSV.
Google Analytics
Prima di scatenare il putiferio bisogna dire Google Analytics esiste ancora, funziona e offre ancora tantissime informazioni. Peccato che dal 2011 a oggi conoscere le parole chiave con cui un sito viene raggiunto è diventato sempre più difficile. Il numero di not provided aumenta di minuto in minuto, non senza polemiche. Primo perché conoscere la query non significa poter risalire all’utente che l’ha digitata (e quindi violare la sua privacy), secondo perché gli inserzionisti paganti possono ancora avere questo dato.
Ma bando alle polemiche e vediamo come si può sostituire questo strumento. L’unica cosa che si può fare per tamponare la situazione è affidarsi alle query di ricerca indicate su Google Webmaster Tools e, qualora si abbiano delle campagne AdWords attive, controllare le query di ricerca con corrispondenza da Google Analytics.
Google AdWords Keyword Tool
Questo strumento ci ha lasciato proprio quest’anno, sostituito dall’ormai famoso Keyword Planner. È vero che alcune funzioni non sono più disponibili, ma ne sono state aggiunte altre, quindi non bisogna lamentarsi. Fra le funzioni eliminate delle quali i SEO hanno più nostalgia, ci sono la ricerca delle parole chiave per tipologia di dispositivo (mobile, desktop o tablet) e quella per tipo di corrispondenza (generica, esatta o frase).
La maggior parte dei SEO utilizza il nuovo Keyword Planner e se ne fa una ragione, ma in aggiunta ci si può affidare a Ubersuggest, SEMRush e Long Tail Pro. In ogni caso non è possibile trovare le funzioni che non si trovano nel Planner, in quanto Google non fornisce tali informazioni a terze parti.
Google Reader
Google Reader è uno strumento nato per aggregare i feed RSS, ma Google Reader è entrato a far parte degli strumenti dismessi da Google, con molta tristezza da parte di tutti gli internauti. Gli utenti normali lo utilizzavano per tracciare notizie e seguire in generale blog e siti web di loro interesse. I SEO lo utilizzavano per tracciare contenuti che pubblicavano su siti terzi; per la content curation e la syndacation e infine per il link tracking. Fortunatamente esistono milioni di sostituti di Google Reader, generalmente il più consigliato è Feedly.